Feb 20 2015

La trasmissione finale nella moto.
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Tag: TecnicaUmbe @ 00:11

Per trasmissione finale, in una moto, si intende quella parte che trasmette l’energia dal cambio alla ruota.

Nel corso dei decenni i costruttori di motociclette han trovato 3 metodi per farlo:
Trasmissione a catena, a cinghia e a cardano

 

Trasmissione a catena: Questa è la soluzione più apprezzata dai costruttori giapponesi e in generale sulle moto sportive, da fuoristrada o economiche.
Permette un costo di produzione basso, la possibilità di variare il rapporto finale con una bassa spesa, un costo di riparazione/sostituzione basso e permette un elevato “range” di lavoro del forcellone e nel caso di un uso gravoso come nel fuoristrada di una buona affidabilità ma di contro necessità di parecchia manutenzione (va spesso ingrassata per prevenire l’usura ma questo comporta aver sempre la moto sporca !) di un periodico controllo del “gioco”, è abbastanza rumorosa e ha una durata bassa in confronto alla vita della moto.

 

Trasmissione a cinghia: Questa soluzione è particolarmente apprezzata dagli americani sulle loro moto, specialmente custom ma anche qualche naked ha provato questa soluzione( e non solo americane!).
I principali vantaggi sono nella silenziosità e nell’assenza di manutenzione in quanto va solo periodicamente sostituita oltre al fatto che non essendo lubrificata non causa schizzi di grasso sulla moto. I contro sono una durata “limitata” anche se oramai durano quasi quanto la catena, un’estetica un po’ “particolare” che non tutti apprezzano e l’impossibilità di regolare il rapporto finale della moto.

Le primissime motociclette costruite utilizzavano delle cinghie fatte di materiali come ad esempio il cuoio ma per inaffidabilità e elevata usura fu una soluzione presto abbandonata. Torneranno anni dopo quando i derivati della gomma uniti al nylon offriranno ben altri risultati.

    

 

Trasmissione a cardano: Questa soluzione abbastanza costosa come produzione è utilizzata molto dai tedeschi e da alcuni costruttori italiani. Tipicamente usata su moto “da viaggio” o che comunque devono percorrere parecchi km senza necessitare di manutenzione.
I vantaggi sono appunto un’assenza di manutenzione (solo il cambio olio quando prescritto), un’estetica “pulita” del forcellone, un feeling di guida molto “diretto” essendo un collegamento diretto con la ruota. Di contro presenta una maggiore assorbimento di potenza, maggiori limiti di movimento del forcellone, impossibilità di regolare il rapporto finale e costose riparazioni in caso di rottura.

Immagini prese da vari siti trovati su google immagini.


Gen 08 2015

In letargo con cura
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Tag: TecnicaUmbe @ 23:50

Dato che la stagione invernale è ormai iniziata molti degli utenti Gruppo Zona Rossa avranno già messo le loro splendide moto sotto coperta al calduccio ma… Sempre meglio ricordare qualche piccolo consiglio.

Dare una super lavata alla moto ed eventualmente sgrassare per bene la catena e tutte quelle parti che si tende a trascurare.

Tenere la moto in un ambiente aerato con poca umidità e una temperatura “ambiente”.

Se si possiedono utilizzare i cavalletti per tenere sollevate le gomme in modo da evitare ovalizzazione o spiattellamenti , altrimenti gonfiarle ad una pressione un po’ sopra il normale.

Se non si ha occasione di avviare periodicamente la moto un buon mantenitore per la batteria è molto utile, altrimenti almeno una volta al mese avviare almeno 10minuti il motore.

Evitare di tenere dentro il pieno di benzina, se di scarsa qualità dopo mesi di inattività può dar problemi all’avvio… meglio un bel pieno ad inizio stagione.

Se si possiede un telo di quelli traspiranti è bene usarlo, evitare cellophane.

Dato che si spera si tratti di pochi mesi questi accorgimenti son più sufficienti per tenere la moto al meglio in attesa di belle strade e buone mangiate.

 E SPERIAMO IN UN 2015  MIGLIORE  MENO  ACQUA  E PIU’  SOLE!!!


Apr 30 2013

Bmw K 1200/1300 S: così simili, così diverse
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Tag: Tecnica,Test e SondaggiAmministratore @ 00:54

Quando la casa madre aggiorna  un  proprio modello  molte volte cerca solo  di migliorare alcune caratteristiche e di annullare i difetti del precedente,   anche se in certi casi la moto sembra uguale al modello precedente.

In questo articolo parliamo di due modelli che apparentemente sembrano molti simili, ma se avete la fortuna di provarli  vi accorgerete che non è proprio così.

BMW K 1200 S     contro     BMW K 1300 S

Per chi non è un appassionato della casa bavarese  farà  fatica  a distinguere queste due moto, visto che esteticamente sono veramente simili.

Si tratta di due modelli che vanno nel settore delle sport-touring dato il gran motore di cui sono dotate  ed una posizione di guida che permette di viaggiare in coppia  anche a pieno carico, ma  di non sacrificare il confort di marcia.

Il motore è un 4 cilindri in linea inclinato a 55°  con potenze da 167 a 185 cavalli  e le cose che le accomunicano sono le solite caratteristiche  “made in BMW” tipo: sospensioni DUO-LEVER anteriore e PARA-LEVER posteriore, ABS, sistema elettronico delle sospensioni ESA, iniezione elettronica  e cardano.

Provandole insieme nella stessa mattina mi sono accorto  invece che la  differenza fra il KAPPONE 1200 ed il KAPPONE 1300 è molto evidente in tutto………. Dannati tecnici BMW !!!

La prima cosa è il motore, a 2000 giri il  K 1300S non seghetta piu’ come il K 1200 S e l’  erogazione  è molto piu’ fluida e potente.

Anche se son due moto da oltre 250 kg quì la maneggevolezza ha dell’ incredibile grazie alle sospensioni BMW, ma anche in questo caso il K1300S  ha qualcosa in piu’. Chiude meglio le curve  e grazie al ASC  ( controllo di trazione, che nel K 1200S non è disponibile ) si puo’ spalancare senza avere timori.

Altro optional sul K1300S  molto interessante è il cambio elettro-assistito, anche quì la guida ringrazia non avendo piu’ il pensiero della  frizione e la chiusura del comando gas …… si cambia tranquillamente senza chiuderlo….spettacolare, si arriva a velocità stratosferiche senza accorgersi ed è molto comodo anche in città guidando in tutto relax.

Per la frenata  invece preferisco la K1200S.  Grazie al sistema servo-assistito, una volta abituati,  è molto potente ed essendo combinata si ha una sensazione in piu’ di sicurezza.

Il confort invece è del tutto simile, nei due modelli l’ ESA  fa il suo compito a dovere con le piu’ che soddisfacenti tarature delle sospensioni   NORMAL – SPORT e CONFORT, l ‘unica cosa piu’ comoda del K1300S  sono i blocchetti elettrici con comandi piu’ normali ……  finalmente la BMW si è decisa di abbandonare  le scomode frecce destra / sinistra  ed il clacson con comando verticale.

Comunque a prova finita  devo  ammettere  che migliorare una gran moto come la BMW K 1200S non è una cosa facile, ma in questo caso i tecnici BMW sono stati veramente bravi  a  far venir voglia ai possessori del 1200  quando cambieranno moto a passare al:

BMW K1300 S ……….. Che moto!!!

 

 


Apr 30 2012

Pepito’s Way: Un Tuono in Valpolicella
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Tag: Gite,TecnicaPepito @ 09:43

L’occasione propizia si è presentata quando ho portato il mio moto-trattore a tagliandare presso il concessionario Aprilia-Guzzi-Jonh Deere di Verona.Avevo un’intera giornata da far passare in attesa che la moto fosse pronta, e un’idea in testa: un bel moto-giro della Valpolicella. Ma con che mezzo? Ero già d’accordo con il concessionario che mi avrebbe dato un veicolo. Un veicolo?!? Oso proprio dire un veicolo perché mi propone un Aprilia SRV 850, uno spooterone!!!! “Ma si”, mi dice lui, “è una moto travestita da scooter e che riesce a fare addirittura i 20 km/l”. Visto l’itinerario moto turistico in programma e stuzzicato da un po’ di curiosità nei confronti di questa nuova specie di super-spooter,accetto.Parto e dopo 2,3 km e una rotonda faccio una bella inversione a U e torno in concessionaria. “Questo coso tienitelo te” è la prima cosa che dico al meccanico che mi accoglie,nell’impostare l’ingresso alla prima rotonda ha cominciato ad ondeggiare a tal punto, che  un vago pensiero di farmela nelle braghe mi è passato per la mente, oltre a “oddio adesso mi sdraio”!!!!!!!  Avrei mille altri commenti e impressioni su questo mezzo ma questo articolo è fatto per parlare di altro, e quindi andiamo a cominciar……

L’unico altro Mezzo (appunto con la M maiuscola) disponibile è una Aprilia Tuono V4 R Apcr. Accetto subito!!!! Brevissimo briefing in cui mi viene spiegato che la moto oltre ad ABS, controllo di trazione, ha anche il cambio elettronico e 3 mappature della centralina. Dulcis in fundo il meccanico mi saluta dicendomi a differenza dello spooterone questa beve appena 10 km/l. E tra me e me penso “berrà si il doppio ma mi darà emozioni 100 volte tanto”. Giro la chiave, pulsante di avviamento e via si parte!!!! Il suono che esce dello scarico, complice anche il minimo fissato appena a 1500 giri (ahi ahi i consumi!!!) , è spettacolare, potente ma non fastidioso come certi scarichi aperti, e se chiudi gli occhi ti sembra di stare su una superbike!!!!

Ripartenza, metto 1° e 2° usando la frizione, e mi chiedo perché su una moto da 15.000 euro la leva non è regolabile, e poi inserisco la 3° senza, per vedere che effetto fa il cambio elettronico. Piccola premessa, con questo cambio elettronico si può far a meno della frizione per salire di marcia con acceleratore aperto, l’uso della frizione invece è d’obbligo per scalare la marcia. La prima sensazione, ma sono ancora in città, mi lascia perplesso, pensavo fosse più fluido. Vabbè ho tutto il giorno per capire come funziona.Arrivo allo stesso punto dove ho fatto inversione con lo spooterone e mi fermo, non per tornare indietro, ma per fare benzina alla belva che è già in riserva, poco meno di 13 litri per fare il pieno.

L’itinerario prevede di fare la Val D’Adige fino al paesello di Sdruzzinà, prendere a destra la deviazione per il Passo delle Fittanze e da li ridiscendere per la Valpolicella fino a Sant’Ambrogio, cappatina a Lazise e ritorno a Verona, come kilometraggio totale siamo ben oltre i 130 km che i 13 litri x 10 km/l mi possono garantire, quindi a mio malincuore, e soprattutto visto quello che costa la benzina, imposto la mappatura R, cioè potenza tagliata del 25 %, in poche parole meno cavalli a cui dare da bere e magari qualche km in più di autonomia. In concreto dai 170 cavalli si passa a 130. Il controlo di trazione non mi è stato spiegato come impostarlo e, vista anche l’indole pistaiola del mezzo rimarcata dalle Pirelli Supercorsa (praticamente semi slick!!!) che monta, lo lascio settato su 8 (penso il valore massimo).

A differenza dello spooterone qui sei inserito nella moto e non seduto sopra, e quindi nel concreto vuol dire usare tutto il corpo per avere il controllo del mezzo. E qui che esce la prima nota dolente. Premettendo che nell’occasione porto dei Jeans da moto, trovo subito una quasi totale assenza di grip con la sella, e visto che io uso anche le chiappe per guidare, questo mi mette un po’ in difficoltà. Lo spazio longitudinale per la seduta del pilota è molto, e alla luce del suddetto poco grip, forse anche troppo. Con la tuta in pelle molto probabilmente sarebbe stata un’altra cosa, ma è rimasta a casa quindi adattiamoci!!! Il confort è affidato a pochi millimetri di imbottitura, questa sella l’anno tirata giù dalla SBK di Max Biagi e avvitata qua sopra!!! Avvitata si, ed ecco infatti il primo aneddoto, se dovete prendere i documenti sotto la sella del pilota dovete: con la chiave si sganciare il sellino (microscopico) del passeggero, sotto cui è fissata una chiave a brugola con cui svitare le viti che fissano in solido la sella del guidatore alla moto, comodo no!!!! Ma in fondo in pista chi ti chiede i documenti?!

La Val’Adige scorre piacevolmente tra vigneti, canyon e una strada ondulata con curve dolci, anche se non sempre asfaltata in modo decente (ahi la crisi mi fa cadere anche il mito di queste strade dalla pavimentazione perfetta!!!).

La moto, seppur con la potenza “castrata”, è veramente briosa. Sono ormai fuori dai grossi centri abitati e le zona industriali simil hinteland bresciano e complice il traffico ormai sparito decido di salire di mappature. Chiudo l’acceleratore, premo una volta il pulante di avviamento, lampeggia sul dispaly la mappatura attuale, premo ancora il pulsante e passo alla S (piena potenza ma controllata), riapro l’acceleratore e il passaggio è fatto. Quale occasione migliore di dover fare un paio di sorpassi e un pò di curve all’orizzonte per mettere subito alla prova questa configurazione. E’ un missile, ma fino al range in cui mi spingo io non c’è un divario così netto con la configurazione castrata, sicuramente di mezzo c’è lo zampino del controllo di trazione e del sistema anti-impennamento (anche di questo mi hanno spiegato che c’è ma non come si può settare, sicuramente è direttamente legato al livello del controllo di trazione).

E’ il momento di lasciare la Val d’Adige e cominciare ad inerpicarmi verso il Passo delle Fittanze, la strada è ancora lunga e quindi decido di tornare alla mappature R, perché pur essendo molto bella e suggestiva la carreggiata si fa via via più stretta, più sconnessa e non proprio pulitissima (del tipo trovarsi in traiettoria un sasso grosso come un pugno!!!). Dopo 1000 metri di dislivello fatti grazie ad una serie di tornanti e pendenze fino al 20 %  di dislivello, in località Sega d’Ala è ora di lasciare la vista panoramica della Val d’Adige per addentrarsi nell’altipiano della Valpollicella. Fino ad ora posso dire di esser soddisfatto della moto, soprattutto quello che mi stupisce è il confort. L’assetto sportivo, l’assenza di riparo dall’aria (è anche vero che non sono andato particolarmente forte) e la sella per niente turistica non mi hanno tritato le ossa. Certo però che l’assenza di grip con la sella è un bel problema che emerge soprattutto nei tratti guidati.

Il cambio elettronico invece non lo sto proprio campendo, e quindi torno ad usarlo alla mia solita maniera, leggera tirata di frizione e su di una marcia. Cosi è quasi più veloce soprattutto più fluido tanto che non avverto quello “scalino” nella cambiata che invece il cambio elettronico mi fa sentire. Cambiano i toni del panorama, dai colori accesi dei vigneti e dei  fiori della Val’Adige si passa qui in quota al  marrone e al verde spento dei prati e degli alberi, e la presenza di neve un po ovunque mi fa campire che qui la primavera è ancora lungi dal venire. Lasciandomi finalmente alle spalle il bosco, il panorama finalmente di apre sui prati sottostanti il Passo della Fittanze, e se non fosse per la strada sporca, umida e sconnessa sarebbe veramente tutto fantastico anche perché fino ad ora non ho incrociato anima viva!!!!

La neve a bordo strada mi accompagna fino al Passo. Qualche macchina vuota parcheggiata ma nessuno nei dintorni. Il programma prevedeva di fermarmi a mangiare al bar Passo Fittanze, ma è chiuso. O meglio un uomo e una donna stanno facendo una sorta di pulizie di primavera, non oso avvicinarmi perché la tipa sta animatamente discutendo con il tipo (come nella pubblicità della tim quando la mamma di garibaldi si inalbera per la storia della camicia slavata) e visto che non ho voglia di prendere della parole anch’io, dopo le foto di rito , risalgo in sella. Destinazione?!? Non ho voglia di cominciare la discesa verso la Valpolicella e seguendo un cartello che indica un fantomatico Rifugio e pregustando quindi chissà quali prelibatezze decido di prendere una strada che parte proprio di fronte al suddetto baretto. In principio la strada è bella, decentemente asfaltata, abbastanza pulita e con una curva dietro l’altra. Ma cambia dopo poco, sulla carreggiata si presentano oltra ai soliti sassolini, anche foglie e rami!!! Ma voglio continuare, tanto ho il controllo di trazione!!!! L’itinerario è suggestivo, non si sale di molto e si è già completamente circondati dalla neve. Ma dopo pochi kilometri sono costretto a fermarmi, la neve che fino a poco prima occupava metà della carreggiata ora la occupa completamente, e anche il controllo di trazione con delle gomme semi-slick non ci può far nulla. Ah se solo avessi avuto in mano una Stelvio NTX avrei proseguito di sicuro in barba alla neve!!!! Mi fermo a fare qualche foto. Mi riprometto, quando le nevi saranno sciolte, di ritornare e completare questo itinerario, che ho visto dalla cartina ricollegarsi all’abitato di Erbezzo. Ritorno quindi sui miei passi. Non prima di accorgermi che le gomme sono fradice e questo, unito alla condizione del fondo stradale mi fanno suggerire che per la discesa e meglio che in maniera precauzionale tenga giù tutti e due i piedi. Non vorrei sdraiare una moto non mia!!!!

Lascio alle mie spalle il Passo delle Fittanze e mi tuffo in discesa verso la Valpolicella. La strada sgombra mi fa apprezzare l’agilità, la leggerezza e la potenza frenante, veramente ben dosabile, di questa moto. Fino ad ora mi sono spesso fermato per fare delle foto, ed ogni volta è emerso un grandissimo difetto. L’appiglio per stendere il cavalletto è esattamente sotto la staffa del cambio,non so quante volte ho inserito la prima marcia!!!!! E anche se guardi dove metti il piede, comunque con il fianco dello stivale tocchi il selettore del cambio.  Questa moto trasuda da tutti i pori la voglia di velocità, è stata concepita per la pista senza lasciare nulla al caso  peccato che tale cura non sia stata usata da Aprilia per quanto riguarda quelle componenti più “stradali”, come appunto il cavalletto difficile da raggiungere, i blocchetti elettrici bruttini e troppo lontani (soprattutto le frecce, tanto che dopo un po’ di sorpassi fatti a suon del mio clacson, ho desistito dalla vana ricerca del selettore delle frecce), gli specchietti veramente di fattura spooteristica o il computer di bordo veramente lento nel passare tra le varie opzioni.

Ma ritorniam all’itinerario, ho lasciato alle spalle la strada per il Fittanze e sono arrivato all’abitato di Erbezzo in cerca di un posto dove mangiare. Nella mia testa c’è una preconcetto: di solito in zone come questa, note per le eccellenze enogastronomiche, ci si aspetta che i posti dove mangiare qualcosa di tipico non machino. Sarà che forse la stagione non è ancora cominciata ma la mia ricerca è vana. Addirittura mi infilo in una stradina seguendo un fantomatico cartello per un agriturismo. Quando capisco che per arrivare al suddetto agriturismo devo lasciare la moto in un parcheggino sterrato e proseguire a piedi, per non so quanto,  decido di proseguire. La strada è piacevole, non molto trafficata, e decentemente asfaltata. Il panorama è veramente molto bello. La vista ampia sulla Lessinaia spazia tra prati fioriti, ulivi, e in lontananza monti innevati. In preda ai morsi della fame e alla vana ricerca di un posto dove mangiare passo gli abitati di Fosse e Sant’Anna D’Alfaedo, gli unici posti che trovo mi promettono un normalissimo piatto di pasta e allora decido di andare avanti ad oltranza. Un occhio alla cartina e a un bivio decido di deviare  e andare a “perdermi” un po’ in questa Valpolicella e mi affido alla provvidenza che mi faccia trovare un posto dove sfamarmi.

E la moto come sta andando?  Bene e male. Bene perché il motore è veramente una bomba. Tenuto conto che ha il minimo a 1500 giri, già da 2000 tira come un forsennato, ma quello che stupisce è la  progressività con cui lo fa, non si avverte nessun improvviso picco di potenza. Come già detto sarà sicuramente merito dell’elettronica che con i settaggi in uso sicuramente permette di addolcire la verve del motore, permettendo cosi di sfruttarlo senza patemi. Quello che invece non va bene è la posizione della strumentazione che per uno come me altro 1,83 obbliga decisamente ad abbassare la testa anche solo per vedere la marcia inserita (che visto il tiro del motore sembrano tutte uguali!!!) o per cambiare la mappatura; altra nota dolente è la posizione in sella che  quando si va in discesa, carica in maniera rilevante il peso sulle braccia, cosa che in parte si allevia un po stringendo con forza le gambe sul serbatoio/telaio, ma che comunque porta (per chi non è abituato) a stancarsi abbastanza e ad abbassare il ritmo per riprendere fiato. Il  cambio inoltre sembra non gradire le scalate in sequenza, mi spiego meglio. Con la mia moto sono abituato negli inserimenti in curva all’arrembaggio a sbattere giù magari 2 marce. Con questa moto, al di la che se fai una cosa del genere senti dalla frizione che entra in azione l’elettronica che evita saltellamenti e reazioni indesiderate, però devi dare il tempo alla leva del cambio, ti tornare in posizione di “riposo” prima ti scalare un’altra marcia. Più di una volta ho pensato di aver scalato 2 marce ma per poi accorgermi dal display che la marcia scalata era solo una. Ho notato poi un certo ritardo sul display nell’aggiornamento della marcia inserita, addirittura mi segnava che ero in folle dopo qualche attimo che la classica lucina verde della N si era accesa.

Ma torniamo all’itinerario, la strada scorre piacevole e quasi a Marano di Valpolicella e la provvidenza mi mostra proprio davanti agli occhi un ristorante, ho troppa fame e decido che andrà benissimo anche se magari mi daranno da mangiare solo pane a acqua. Il posto si chiama “Ai torcoli”, vi dico solo che ho speso € 9 per un buono e abbondante piatto di pasta, un piatto di verdura cotta, dolce e acqua, insomma se siete in zona ve lo suggerisco caldamente. Su suggerimento del ristoratore predo una strada li di fronte che, seppur stretta, è tutta curve e in maniera suggestiva passa in mezzo a vigneti a terrazzamenti. Ormai ho abbandonato le ultime colline e sono in pianura, destinazione Sant’Ambrogio di Valpolicella. E’ presto e decido di andare a vedere Lazise. Il centro storico, che è all’interno delle mura medievali, è veramente bello e  sicuramente merita di essere visitato se si è in zona.  La mia moto trattore è pronta ed è ora di tornare in concessionaria. A Verona mancano circa una ventina di kilometri e decido quindi finalmente di scatenare la mappatura T, cioè quella da pista, vi dico solo che sulla superstrada tocco, in un attimo, i 180km/h e solo il ritrovarmi di fronte un camion che solo un attimo prima sembrava abbastanza lontano mi fa chiudere l’acceleratore, ormai il traffico cittadino mi circonda e le mie velleità sportive devono essere stemperate. Ah se solo avessi avuto una strada più libera e soprattutto la benzina non costasse così tanto!!!!!

Sono di nuovo al concessionario, il computer di bordo mi dice che ho fatto circa 160 km con un consumo medio di 14 km/l, tenuto conto che per la maggior parte del tempo sono andato ad un’andatura decisamente turistica e con il motore in mappatura soft, la cosa mi fa pensare che se dovessi usare questa moto in una uscita con il GZR passerei più tempo al distributore che in viaggio!!!!! Un’altra riflessione che mi sorge subito è che oggi giorno traffico e condizioni del manto stradale allucinanti ,oltre il costo della benzina in costante aumento, fanno pensare che una moto così non ha senso se usata solo in strada. Questa è sicuramente una moto complessa, per cui è necessario padroneggiare completamente tutti i congegni elettronici di cui è dotata, per riuscire a sfruttarla a pieno. Questo richiede sicuramente molta pratica e molto “studio”, non solo per coloro che come me non vengono dal mondo delle sportive dure e pure ma anche per coloro che sono molto più navigati, ma poco avvezzi ad essere “elettronicamente controllati” in maniera così massiccia. Ultimo commento sull’aspetto estetico. Il retrotreno di questa moto è bellissimo ma la parte anteriore è veramente dura da digerire, e anche se alle alte velocità il muso riesce a deviare efficacemente e magicamente l’aria, la qualità delle plastiche lascia perplessi. Anche in questo Aprilia conferma il fatto che riescano ad unire un motore ed una ciclistica fantastici e di prim’ordine a plastiche e accostamenti cromatici troppo spooteristici. Per quanto riguarda invece la Valpolicella è sicuramente una zona molto bella e una meta perfetta per un motogiro, sempre però tenendo ben presente che per godere appieno dei panorami si deve tenere un’andatura turistica, giustificata anche dal fatto che, come ormai è una costante un pò ovunque, il non perfetto manto stradale nasconde molte insidie, oltre al traffico che nella bella stagione ormai imperversa anche qui.

Buon viaggio a tutti.


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