Giu 30
Pepito’s Way: Cavalcata Dolomitica 2012 – Parte 1
Ogni anno che sia una casa motociclistica, una rivista specializzata, un sito web di settore, un moto club o semplicemente un gruppo di amici con la passione per la moto, tutti loro immancabilmente fanno tappa sulle Dolomiti. Potevo essere da meno? In effetti da quanto sono motociclista, ormai da 12 anni, l’idea di percorrere i passi alpini più famosi d’Europa (non a caso vista l’enorme affluenza di stranieri) è sempre stata li in un angolino della mia testa vuota. L’inverno scorso la svolta, e presa la decisione che nel 2012 avrei percorso quelle strade è cominciata la pianificazione. Tralascio il dettaglio di tutta questa “noiosa” ma fondamentale, almeno per me che non amo partire allo sbaraglio, fase preparatoria. Brevemente pero vi accenno solo il fatto che, avendo deciso che il viaggio sarebbe stato fatto verso fine maggio, la ricerca di un hotel aperto in quella che è considerata bassa stagione, si è rilevata un po’ problematica. Alla fine la scelta è caduta sull’hotel El Ciasel (http://www.hotelelciasel.it/) nel paese di Canazei con una bellissima vista su una rotatoria, vi chiederete se il bellissima che ho utilizzato fosse ironico, in parte no perché la suddetta rotatoria è lo snodo da cui partono le strade che portano ai più famosi passi alpini italiani, e sto parlando del Pordoi, del Sella e del Fedaia. Insomma logisticamente la pozione del nostro Hotel non poteva essere migliore, motociclisticamente parlando. Alla fine l’avventura sarebbe durata 3 giorni, con partenza il venerdi per evitare il traffico del fine settimana e riuscire a godersi qualche curva in santa pace, 3 sono anche i partecipanti al viaggio, io con il mio Guzzi Grisone, Claudio con la sua Guzzi V7 Racer e Cristian con la sua nuova e fiammante (ritirata la settimana stessa della partenza!!!) Yamaha XJ6 Diversion in versione Touring. Su una cosa non si transige, non verrà battuto un solo centimetro di autostrada, solo strade secondarie e possibilmente piene di curve e belle cose da vedere.E ora il diario dell’impresa: Giorno 1 Casalbuttano – Canazei………per vie traverse Il cattivo tempo che la scorsa primavera si è accanito immancabilmente sui fine settimana ci ha costretti a far slittare la partenza da fine maggio al 1° giugno, e anche quel week-end le previsioni meteo non sembrano essere dei migliori ma si decide di partire lo stesso pena l’annullamento di tutto e la sua possibile riproposizione a settembre. Con la minaccia appunto di prendere acqua si cerca di essere almeno preparati e tutti e 3 corriamo ai ripari acquistando tute antipioggia, io mi affido a quella del supermercato che è praticamente un sacco della spazzatura con le maniche e le gambe e la stessa capacità traspirante (infatti il mio dubbio e se mi possa bagnare di più a girare sotto la pioggia senza averla indosso o avendola indosso!!!) La partenza è fissata per le 7:30 di venerdì 1° giugno 2012. Tutti presenti, tutti benzinati e tutti belli carichi, sia di bagagli che di spirito!!!!! L’intinerario odierno ci porterà da Casalbuttano fino a Canazei passando per la Gardesana Occidentale, il Lago di Toblino, la Valle di Cembra, le Valli di Fiemme e Fassa, i 1.918 metri del Passo San Pellegrino (il primo passo dolomitico che toccheremo!!!), l’Agordino con il Lago di Alleghe ed in fine prima di arrivare a meta toccheremo i 2.057 metri del Passo Fedaia con vista sul massiccio della Marmolada. Percorriamo la via Brescia, abbastanza traffica per l’orario di punta, fino in località Chiaviche dopo Bagnolo Mella dove imbocchiamo lo svincolo per l’Autostrada. Ma come non si era detto di evitarla?! Infatti, proprio da questo svincolo si può prendere un raccordo, che collega il casello di Brascia Sud con quello di Brescia Est e l’imbocco della superstrada per Salo’. Tengo a precisare che questo raccordo è come un’autostrada, con la stessa conformazione e soprattutto gli stessi limiti di velocità, ma senza il pagamento di nessun biglietto!!!!. Forse perché non è molto pubblicizzata, anch’io lo scoperta grazie ad un amico della zona, ma non troviamo praticamente traffico e in un batter d’occhio ci ritroviamo sulla strada che ci porta a Salò, purtroppo quest’ultima ben conosciuta e già abbastanza congestionata dal traffico dei pendolari. Fortunatamente, la bassa stagione e l’orario di punta ormai passato, quando finalmente cominciamo a percorrere la Gardesana Occidentale il traffico è decisamente diminuito e possiamo goderci la guida e soprattutto il panorama del lago in questa ore mattutine. Mi sono dimenticato di fare un’altra premessa. Ci siamo ripromessi di prendercela con calma, l’idea è quella di godersi le strade ma anche e soprattutto il panorama tant’è che i circa 300 km e rotti che dovremo fare oggi ho preventivato che ci occuperanno tutta la giornata!!! Arriviamo a Riva del Garda e imboccata la strada per Arco decidiamo, fermi in attesa ad un semaforo rosso, di fermaci al bar li affianco per la prima sosta caffè ma soprattutto per la prima sosta toilette. Il traffico è già caotico e questo stop ci fa rilassare un po’. Qualche apprezzamento sulla cameriera (chissà come mai sono sempre belle ragazze a servire ai tavoli?!?! aveva proprio ragione quello che ha inventato il detto dei buoni e del carro!!!!) e qualche apprezzamento sull’itinerario odierno e poi si riparte. Fino a quasi in prossimità del Lago di Toblino la strada, se non fosse per il panorama dei monti circostanti, sarebbe veramente noiosa. Prima tappa turistica, la vista del lago è veramente bella con il castello/Ristorante sulle sue rive ma purtroppo il cielo grigio topo non aiuta a fare delle foto degne, comunque se vi capita di passare di li fateci una sosta perché ne vale proprio la pena. Si è di nuovo in sella destinazione Trento, la prossima sosta sarà al distributore Agip di Vigolo Baselga per il rifornimento (ah già ho preventivamente programmato anche dove fermarsi per fare benzina!!!!), fino a li la strada è bella, cominciano ad esserci belle curve e la pendenza comincia ad aumentare, insomma stiamo andando sui monti era logico che prima o poi succedesse!!!! Ma ecco il distributore, facciamo il pieno, ed ecco il primo imprevisto, moto di Claudio perde olio, nooooooooooooooooo!!!!!!! Queste moto italiane del piffero!!!!! La guarnizione della testa sinistra ha deciso di andare in ferie e ci sono spruzzi di olio fino sul lato sinistro del forcellone. Che si fa? Continuare con il pericolo di restare senza lubrificante o che la gomma posteriore sporca di olio decida di cacciarti a terra? Si decide di cercare un officina Guzzi nelle vicinanze. Fortunatamente i gestori del distributore sono gentilissimi e ci aiutano a trovarne uno sulle Pagine Gialle a Rovereto (è quello più vicino, l’alternativa era Bressanone,troppo fuori itinerario). Una veloce telefonata per sapere se potevano risolvere il problema e una volta ricevuta la risposta positiva di nuovo in sella per una sparata fino a Rovereto. Il caldo della città e il traffico non aiutano di certo, ma comunque agevolmente troviamo l’officina. La mia preoccupazione, abituato ai meccanici delle nostre parti, era che ci dicessero che fosse necessario lasciare li la moto, come avremmo fatto?!?! Ed invece la buona sorte è dalla nostra parte e grazie ad un meccanico veramente appassionato e disponibile, in poco tempo viene sostituita la guarnizione rovinata con una nuova. Grazie officina ufficiale Guzzi di Rovereto ci hai salvato il week-end!!!! Sono le 11.00 e siamo in ritardo sulla tabella di marcia e risulterà difficile riuscire a pranzare su al Passo San Pellegrino come avevo programmato. Decidiamo di rimetterci in marcia e di provare lo stesso a mantenere la sosta pranzo dove programmato. Da Rovereto a Lavis ci tiriamo su po’ dentro per recuperare, anche grazie alla strada abbastanza veloce e con poche attrattive intorno. A Lavis lasciamo il traffico e imbocchiamo la strada per la Val di Cembra. Quest’ultima è una Valle che collega la Val’Adige con le Valli di Fiemme e Fassa, mentre nella sua prima parte è contornata da vigneti e cave di porfido, dopo la strada veramente bella e ricca di curve si snoda immersa nei boschi. Questa è una strada non velocissima, a causa delle curve che in alcuni casi si susseguono senza dare il tempo di respirare, ma lo scarso traffico la rende quasi perfetta, dico quasi perchè purtroppo la qualità del fondo stradale in alcuni casi è da arresto di chi lo lascia in quelle condizioni in barba al fatto che la presenza di motociclisti è una costante nella bella stagione. Quindi ragazzi la Val di Cembra è una meta sicuramente da includere nei vostri progetti di viaggio ma attenti, perché se la conformazione invita alla guida sportiva, le condizioni dell’asfalto meritano il 200 % di attenzione, e forse è meglio tenere la manetta più chiusa e godersi il panorama e l’atmosfera. E’ abbondantemente passato mezzogiorno e stiamo appena uscendo dalla Val di Cembra, se vogliamo mangiare ad un orario decente dobbiamo cambiare i nostri programmi. Fermi ad un semaforo che regola l’accesso ad un ponte si decide (ancora un semaforo come luogo di “riflessione”!) che al primo posto possibile ci saremmo fermati a pranzare. Il caso vuole che neanche dopo di mezzo chilometro troviamo un bar/ristorante e li subito decidiamo di fermarci. Un pranzo veloce, qualche panino, un po’ di patatine fritte, tappa alla toilette e ciliegina sulla torta la cordialità della popolazione locale di taglio un po’ teutonico, se ci avesse servito un robot avrebbe sorriso un poco di più!!! E si riparte, forse troppo velocemente, infatti percorsi una decina di chilometri Claudio fa cenno di fermarci. Che è cussesso?? Ha dimenticato lo zaino che aveva in spalla al bar!!!! Premetto che questo è l’unico bagaglio che portava sulla moto vista la scarsissima capacità di carico della sua Racer replica anni ’70. Il resto della sua roba era affidata alle capienti borse rigide della moto di Cristian. Quest’ultimo quando, qualche chilometro prima, si era reso conto dell’accaduto si era messo a ridere sotto il casco!!!!! Ritorno sparati al Bar, recupero dello zaino e ritorno sulla retta via, e siamo a quota 2 imprevisti marcati Claudio, e la giornata è ancora lunga!!! La Valle di Fiemme, vista dalla strada veloce di fondo valle, scorre via piacevole anche grazie al panorama meraviglioso che finalmente comincia ad essere Dolomitico. Arriviamo a Moena, porta della Val di Fassa, potremmo tirare diritto e in circa una ventina di kilometri saremmo a meta, ma è in programma che prendiamo la strada più lunga che ci porterà come prima cosa al Passo San Pellegrino. Dall’abitato di Moena fino su al Passo la strada è semplicemente fantastica, curve, tornanti, pendenze che in alcuni casi toccano il 14 % e tutto immerso in un panorama che lascia senza parole. E per questo che non stupisce la presenza constante di moto, anche in gruppi molto numerosi, che calcano questo tratto di strada. Nel primo tratto si viaggia letteralmente immersi nel bosco per essere improvvisamente catapultati tra pascoli e alte cime rocciose, ed ancora innevate, che ti guardano dall’alto dei loro 2.500 e passa metri. Sosta in cima al passo (quota 1.918 metri) per le foto di rito, vuoi che è venerdì, vuoi che praticamente è stato inverno fino a quasi ieri e vuoi che le previsioni meteo non sono delle migliori, ma ci ritroviamo praticamente soli immersi in questo panorama che lascia senza fiato. Si decide di fare una sosta per un dolce che a pranzo era mancato. Li vicino so esserci l’Hotel-ristornate Miralago (http://www.albergomiralago.com/) e dirigiamo verso di esso sperando che sia aperto vista la bassa stagione imbocchiamo una stradina secondaria asfaltata larga una macchina e poco più. La fortuna e dalla nostra il posto è aperto!! Pur avendo una bellissima terrazza decidiamo, causa vento tutt’altro che caldo, di sederci all’interno del locale. Tre ottime fettazze di torta e qualcosa di caldo da bere sono veramente molto gradite e dopo aver fatto le consuete foto di rito al lago li vicino e al panorama ripartiamo destinazione la zona dell’Agordino. La discesa dal passo San Pellegrino, anche se fatta a tornati, oserei dire che è praticamente a picco vista la pendenza che in alcuni punti tocca il 18 % e il fatto che in pochi chilometri passiamo dai 1.918 metri ai 1.100 dell’abitato di Falcade. Poco dopo io devo fare di nuovo benzina, la mia bestia beve come una dannata e il piccolo serbatoio non aiuta di certo in questi raid. Proseguiamo fino ad arrivare alle porte di Cencennighe dove prendiamo la strada che ci porterà ad Alleghe ed all’omonimo lago. La stanchezza si affaccia alla porta, anche se abbiamo guidato in maniera molto turistica i chilometri e l’itinerario molto guidato cominciano a farsi sentire. Sosta al lago di Alleghe, e il caso vuole che ci fermiamo proprio in una piazzola che sul lato opposto aveva piazzato un autovelox fisso che proprio non avevo visto (parlando appunto di stanchezza!!!!). Anche qui foto di rito, anche se lo pensavo più bello, e l’acquisto di nuove batterie per la fotocamera di Cristian sottoposta ad un lavoro intenso. Ripartenza, dobbiamo radunare le forze rimaste perché, anche se è vero che siamo quasi a destinazione, manca ancora l’impegnativa salita e relativa discesa dal Passo Fedaia a quota 2.057 metri, in concreto dovremo ancora fare 1.000 metri di dislivello a salire da Alleghe e 600 di discesa verso Canazei!!!! A Caprile seguiamo le indicazioni per la Marmolada e imbocchiamo una valle laterale, uno dopo l’altro passiamo abitati dai nomi per noi alquanto singolari, Rocca Pietore, Boscoverde, Sottoguda, Malga Ciapela. Proprio in quest’ultima località, per chi volesse provare qualche brivido e non soffre di vertigini, è presente la stazione di partenza della funivia che, divisa su 3 tronconi, porta fino ai 3.269 metri di Punta Rocca sulla Marmolada. Sempre a Malga Ciapela si può, rigorosamente a piede, percorrere i 2 km della spettacolare strada che si snoda all’interno del canyon naturale dei Serrai di Sottoguda. Ma siamo arrivati alla base dell’ultima “arrampicata”, la sequela dei tornanti che ci aspetta ricorda un po’ la salita allo Stelvio dal versante altoatesino. L’asfalto non è dei migliori, pieno di irregolarità e con un colore che fa sembrar quasi che ci sia coperto da uno strato di sabbia!!!! Saliamo tutto d’un fiato. In cima lo sguardo spazia dal Lago Fedaia quasi davanti a noi e l’immenso massiccio della Marmolada coperto di neve. Ci fermiamo alla prima piazzola per le foto di rito e per godere del panorama. La strada è deserta!!!!!!!!!!! Un’atmosfera irreale se pensate che questa è una delle mete più gettonate da turisti e soprattutto dai motociclisti. Ritorniamo in sella e seguendo la strada che segue sinuosa le curve del lago arriviamo fino alla diga, la cui sommità è transitabile dai veicoli, e decidiamo di andare sull’altra sponda fino alla base della Malmolada dove ad attenderci si sono alcuni bar/rifugi e la stazione della cabinovia che porta sul ghiacciao. Anche qui il deserto, foto di rito e restiamo ad ammirare il panorama anche se una certa voglia di arrivare ormai si nasconde a fatica. I pochi chilometri che mancano sono tutti di abbastanza veloce strada in discesa, via via che perdiamo quota il panorama si trasforma da rocce, neve e prati a boschi e prati. Ultima serie di curve ed ecco apparire l’abitato di Penia, siano ormai in Val di Fassa. Passato anche il paese di Alba ecco Canazei e subito, appunto come detto sulla rotonda che porta ai miti passi ecco il nostro albergo. Parcheggiamo sotto la tettoia della veranda, ricordandoci bene le infauste previsioni meteo, e andiamo in camera. Prima di cena, rinfrancati da una doccia, decidiamo di andare a fare un giro per il centro di Canazei distante qualche centinaio di metri. Come già visto sui passi anche qui desolazione totale!!!!!!!!!!!! Non è proprio ancora stagione, la maggior parte dei negozi e dei bar è chiusa e in giro c’è veramente poca gente. C’è pero anche da dire che Canazei a dispetto delle sue dimensioni, e che in alta stagione invernale o estiva pullula di gente, in bassa stagione conta solo 2.000 abitanti. Beviamo quasi solitari un aperitivo nel primo bar trovato aperto. Ritorno all’Hotel giusto in tempo per la cena, buona ed abbondante. C’era anche l’idea di fare un giro per la movida notturna ma distrutti dalla stanchezza del viaggio la nostra movida l’abbiamo fatta al bar dell’hotel ben fino alle 22,e attorniandoci di coppie di una certa età che giocavano a carte!!! Questa lunga giornata finisce qui e domani c’e ne aspetta una altrettanto impegnativa ma altrettanto ricca di emozioni. Ma questo lo racconterò la prossima puntata. |
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Giugno 30th, 2012 at 18:32
Complimenti ….Grande articolo e spero che nel 2013 riusciremo a fare un week-end come si deve con piu’ soci del GRUPPO ZONA ROSSA.