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Gruppo Zona Rossa » Pepito’s Way: Piccolo GRANDE museo della Moto


Lug 20

Pepito’s Way: Piccolo GRANDE museo della Moto
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Tag: AmarcordPepito @ 11:50

Non siamo ne a Borgo Panigale ne a Mandello del Lario e ne tantomeno a Pontedera, ma siamo per la precisione a Guastalla.  Ma cosa accomuna questo paese della Bassa Reggiana con i luoghi simbolo del motociclismo nostrano?  Semplicemente il museo che ospita sul suo territorio. Esso, a dispetto del suo nome, non è poi così distante come quantità e qualità delle moto che ospita, da quello Ducati, Guzzi o Piaggio.Pur essendo relativamente vicino alle nostre case, penso che in pochi siano a conoscenza dell’esistenza di questo luogo, e che soprattutto abbiano avuto il piacere di visitarlo. Ciò è dovuto anche al fatto che la sua nascita risale “solo” al 2008, quando il suo fondatore, il signor Emilio Bariaschi, decise di aprire le porte di questo museo in cui sono raccolte moto  che sono in suo possesso fin da quando era giovane, e altri pezzi recuperati e restaurati nel corso degli anni.Scopo del museo è quello di raccontare la motorizzazione di massa vissuta nel nostro paese dal  1945 al 1965. Sono presenti anche dei veri cimeli dell’inizio del secolo scorso, che oggi definiremmo delle bici a motore più che vere e proprie motociclette!

“Il museo, in 4 padiglioni per complessivi 650 mq., raccoglie 160 pezzi di 34 marchi diversi dell’industria motociclistica italiana e qualcuno dei più importanti esempi dell’industria europea. Esemplari significativi perché hanno messo in movimento la passione degli italiani a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, sia nell’uso quotidiano, sia per le competizioni. Non dimentichiamo che la Milano-Taranto e il Motogiro d’Italia hanno costituito, col passaggio sulle strade italiane, un potente strumento di promozione del motorismo.  Il ben ordinato percorso museale ha lo scopo di illustrare didatticamente l’evoluzione della tecnica motoristica italiana dall’immediato dopoguerra fino agli anni del boom e del benessere economico.  I visitatori saranno accompagnati da una guida addetta alle spiegazioni di carattere tecnico. Nel museo è possibile accedere ad una saletta dove vengono proiettati filmati di competizioni motociclistiche degli anni 50-60-70.”

Per gli appassionati, o semplicemente curiosi della storia della motocicletta, questa è una visita a cui è difficile sottrarsi, soprattutto se si pensa che l’ingresso è gratuito. Cosa quest’ultima che però ne limita l’apertura solo ad alcune ore nel pomeriggio del sabato, salvo alcune aperture eccezionali effettuate su appuntamento richiesto da qualche Motoclub (tenete d’occhio il sito web http://www.piccolomuseodellamoto.it/ del museo perché vengono riportate  le eventuali aperture straordinarie).Ma anche chi fosse uno sfegatato cultore della moto all’avanguardia dello stile e della tecnica potrà scoprire come, in un epoca che sembra preistoria, gli “artigiani” di allora fossero in grado di creare dei pezzi veramente incredibili e geniali, soprattutto perché di plastica e di elettronica manco se ne parlava.

E quale migliore occasione che una visita a questo museo per godere dei paesaggi, della cucina e soprattuto delle strade secondarie tutte curve e saliscendi tra gli argini, che si snodano tra la bassa parmense e la bassa reggiana. Vi riporto qui a seguire un itinerario interessante che vi porterà da Cremona a Guastalla, sicuramente impiegando più tempo, ma con sicura più soddisfazione che la “solita” strada Cremona-Casalmaggiore-Viadana.

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